Page 311 - Goya y el mundo moderno
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1870), Susquehanna University Press, Selinsgrove 2007.
André Masson
(Balagny-Sur-Thérain 1896 - Parigi 1987)
André Masson nasce a Balagny-sur-Thé- rain (Oise) il 4 gennaio 1896 da geni- tori contadini. Nel 1903 si trasferisce a Lille e poi a Bruxelles, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Si interessa gradualmente a Bruegel, Rubens e De- lacroix, così come all’arte contempora- nea dei futuristi italiani e, tra gli altri, a Picasso, Braque, Léger e Matisse. A se- dici anni vince il Gran premio di pittu- ra dell’Accademia e si reca a Parigi per continuare la propria formazione pres- so L’École des Beaux-Arts. Nel 1914 soggiorna per tre settimane in Toscana grazie a una borsa di studio e poi si tra- sferisce per sei mesi in Svizzera. Allo scoppio della Grande Guerra si arruo- la come soldato di fanteria, partecipa a combattimenti di estrema crudeltà e vie- ne gravemente ferito. Al termine di una convalescenza durata mesi viene inter- nato in un ospedale psichiatrico. Que- sta esperienza traumatica segna inevi- tabilmente la sua produzione e risveglia il suo interesse per il destino dell’uomo. Nel 1919 risiede a Cèret dove conosce Pinchus Kremegne, Soutine e Manolo Hugué. L’anno seguente incontra Odet- te Cabalé con la quale si sposa e ha una figlia. Di ritorno a Parigi condivide l’a- telier con Miró e ne fa un luogo di in- contro per artisti e giovani scrittori. Nel 1922 Hemingway e Gertrude Stein gli comprano alcune tele e lo presentano a Kahnweiler. Il noto mercante gli offre un contratto e nel 1924 organizza la sua prima personale presso la Galleria Si- mon dove Breton acquista Le Quatre éléments. Masson aderisce al movi- mento surrealista, abbandona la strut- turazione geometrica, approfondisce la tecnica del disegno automatico e dipin- ge con la sabbia colorata che sparge su una superficie precedentemente impre- gnata di colla. Lo scopo di questo me- todo è quello di sondare le profondità irrazionali della mente umana. Parteci- pa alla prima mostra surrealista ed espo- ne anche presso la Galerie Surréaliste. Nel 1927, a Parigi, conosce Giacomet- ti e realizza la sua prima scultura in ges- so. L’anno seguente divorzia da Odette e nel 1929, in disaccordo con la dire- zione presa dal movimento surrealista, rompe con Breton. Inizia una relazione con la pittrice Paule Vézelay e il buddi- smo zen e l’arte orientale diventano le sue principali fonti di ispirazione. Espo- ne per due anni consecutivi presso la galleria di Rosenberg. Nel 1932 si se- para dalla seconda moglie e si trasferi-
sce nel sud della Francia, dove frequen- ta quasi esclusivamente Matisse e lo scrittore H.G. Wells. Collabora con la rivista “Le Minotaure” e disegna i co- stumi e le scenografie per il balletto I presagi, un’attività che svolgerà fino agli anni sessanta. Firma un nuovo contrat- to con Kahnweiler che, a eccezione del periodo trascorso dal pittore negli Sta- ti Uniti, sarà sempre il suo mercante. Nel 1934 visita la Spagna insieme alla sua nuova fiamma, Rose Makler, si sta- bilisce a Tossa de Mar e si sposa. La notte trascorsa in balia degli elementi durante una delle escursioni della cop- pia è un’esperienza rivelatrice, in grado di marcare il successivo rapporto del- l’artista con la natura. Grazie al viaggio in Spagna scopre anche la letteratura di Quevedo e dipinge opere spagnoleg- gianti, come quelle ispirate al mondo delle corride. Nel giugno del 1935 na- sce il figlio Diego. Collabora alla pub- blicazione della rivista “Acéphale” e riallaccia i contatti con Breton. Allo scoppio della guerra civile realizza di- segni drammatici e satirici, ma lascia la Spagna quando nasce il secondo figlio. Si accosta di nuovo al surrealismo e do- po l’invasione della Francia si imbarca per gli Stati Uniti e fa scalo in Martini- ca. Si stabilisce a New Preston, vicino a Calder, Gorky e Tanguy, dei quali di- viene amico. Lavora intensamente, ispi- rato dalla natura americana, e la sua produzione ha un’influenza decisiva sul- lo sviluppo dell’espressionismo astrat- to. Nel 1943 rompe definitivamente con Breton e alla fine della seconda guerra mondiale torna in Francia e dipinge una serie di paesaggi ad Aix-en-Provence. Si succedono le mostre delle tele che non smette di dipingere neppure nel 1980, quando resta costretto su una sedia a rotelle. Dopo una vita dedicata a esplo- rare l’inconscio e a sostenere l’irrazio- nalità dell’arte, Masson si spegne a Pa- rigi nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 1987.
V.M.
Bibliografia
J. Alix, André Masson 1896-1987, ca- talogo della mostra, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid 2004; André Masson. A mythologie of nature, catalogo della mostra, Museum Würth, Künzelsau, Swiridoff 2004; J. Casamartina i Parassols, André Mas- son: Obra 1943-1984, catalogo della mostra, Galería Joan Gaspar, Barcelo- na 2008.
Henri Michaux
(Namur 1899 - Parigi 1984)
Henri Michaux nasce a Namur, in Bel- gio, il 24 maggio 1899. Di famiglia bor-
ghese, trascorre l’infanzia a Bruxelles. Abbandona presto gli studi di medici- na per imbarcarsi su una nave diretta a Buenos Aires e Rio de Janeiro. Nel 1923 torna a Bruxelles, ma quasi subi- to si trasferisce a Parigi, dove vivrà il resto della sua vita. Poeta e pittore, Mi- chaux è molto influenzato in questi an- ni dal surrealismo e in particolare dal- l’opera di Paul Klee, Giorgio de Chiri- co e Max Ernst. Tra il 1927 e il 1937 realizza le celebri gouache intitolate Phantomismes, dipinti a inchiostro ne- ro eseguiti con grande rapidità che, seb- bene si leghino al surrealismo, si rive- lano anche precorritori dell’informale gestuale del dopoguerra. In questo pe- riodo visita l’India e l’America del Sud; frutto di questi viaggi sono i libri Ecua- dor (1929) e Un barbaro in Asia (1933), resoconto quest’ultimo delle esperienze vissute dall’autore in India e Cina. Compone anche un altro libro a partire da brevi testi, poesie e prose poe- tiche, che si rifanno all’esperienza di Lautrémont e Rimbaud e a quella, po- steriore, degli esistenzialisti. In Michaux pittura e scrittura sono strettamente connesse, tra l’una e l’altra agisce da collante il viaggio: quello fisico, in luo- ghi esotici e remoti, ma anche quello psichico, causato dall’ingestione di so- stanze psicotrope e di allucinogeni co- me la mescalina. Nel 1930 Michaux pubblica uno dei suoi libri più famosi, Un certo Plume, che comprende quin- dici incisioni raffiguranti l’antieroe – e alter ego dell’artista – monsieur Plume. Dal 1937 al 1939 dirige e pubblica la rivista “Hermès”; nel 1937 inaugura la sua prima personale e a partire da al- lora si dedica allo stesso tempo alla pit- tura e alla scrittura. Negli anni qua- ranta va acquisendo notorietà; al ritor- no dal Brasile André Gide si interessa alla sua figura e pubblica l’articolo Sco- priamo Henri Michaux. Durante la se- conda guerra mondiale si rifugia nel sud della Francia e nel 1948 pubblica Noi due, il suo libro di poesie più tenero e accorato, scritto dopo la scomparsa del- la moglie Marie Luise, morta nell’in- cendio della loro casa. A partire da al- lora, Michaux fa della pittura e della scrittura una via di fuga, un rifugio. A detta di Octavio Paz: “Henri Michaux si è accostato al bordo del precipizio e, da molti anni, guarda fissamente. Co- sa fissa? Il vuoto, la ferita, l’assenza [...] Guardare diventa negazione, ascetismo, critica. Guardare come guarda Mi- chaux è districare il viluppo di riflessi in cui la vista ha trasformato il mondo, sopprimere la fonte di certezze a un tempo radiose e insignificanti, rompe- re lo specchio in cui le immagini, nel contemplarsi, consumano se stesse”. I
suoi disegni a inchiostro evocano sim- boli calligrafici in cui il linguaggio ver- bale e quello pittorico si sovrappongo- no. Pur non abbandonando la figura- zione, Michaux si avvicina sempre più all’astrattismo gestuale. Nel 1960 ot- tiene il Premio Einaudi alla Biennale di Venezia. Cinque anni dopo rifiuta il Grand Prix des Lettres. Nel 1976 si apre al Centre Pompidou una retro- spettiva della sua opera plastica, ma l’artista non partecipa all’inaugurazio- ne. Continua a viaggiare e nel 1978 si stabilisce definitivamente a Parigi, la città in cui muore il 17 ottobre del 1984, all’età di ottantaquattro anni. L.B.Ch.
Bibliografia
H. Michaux, Textos. Encuentros con Henri Michaux por E.M. Cioran, José J. de Olañeta, Barcelona 1978; H. Mi- chaux, Obras escogidas: 1927-1984, catalogo della mostra, IVAM-Centre Julio González, Valencia 1993; H. Mi- chaux, Henri Michaux, Colegio Ofi- cial de Aparejadores y Arquitectos Téc- nicos, Murcia 2000; Henri Michaux, catalogo della mostra, Icebergs, Cír- culo de Bellas Artes, Madrid 2006.
Manuel Millares
(Las Palmas de Gran Canaria 1926 - Madrid 1972)
Manuel Millares Sall nasce a Las Pal- mas de Gran Canaria nel 1926. All’i- nizio della guerra civile la famiglia si trasferisce a Lanzarote, dove Millares dipinge i primi acquerelli ispirati ai pae- saggi dei dintorni di Arrecife. Inizia a interessarsi d’arte contemporanea e cul- tura aborigena e inaugura la sua prima personale presso il Circolo mercantile di Las Palmas (1945). Durante la se- conda metà degli anni quaranta si ac- costa a esperienze più innovative e crea opere dai tratti surrealisti che espone nel Museo Canario di Las Palmas (1948). L’anno successivo partecipa in- sieme ai fratelli alla fondazione della rivista “Planas de Poesía” e, tra il 1950 e il 1951, del gruppo LADAC: Los Ar- queros del Arte Contemporáneo. Poco dopo realizza le prime Pictografías ca- narias e sperimenta soluzioni più ma- teriche nella serie Muros (1955). In se- guito si trasferisce definitivamente a Madrid con la moglie Elvireta Escobio. In questi anni espone in spazi quali le Galerías Jardín di Barcellona (1950 e 1951), la Galleria Clan di Madrid (1951 e 1955), la Galleria Buchholz di Madrid (1954) o la libreria Cairel di Parigi (1955). Nel 1956 le sue mitiche iute si trasformano nel materiale ca- ratteristico della sua produzione e iden- tità artistica. Le prime serie, Composi-
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