Page 309 - Goya y el mundo moderno
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anno realizza una grande mostra a Li- psia. Al 1909 risale il ciclo Della mor- te. Parte seconda (Opus XIII), una ri- flessione sulle immani calamità subite dall’umanità. Nel 1916 pubblica La tenda I e II (Opus XIV), l’ultima e la più ampia delle sue serie, un ciclo di fantasie di difficile interpretazione de- dicate alla donna che gli sono ispirate dalla Ballata del mondo selvaggio di Richard Dehmel. Nel 1919 viene col- pito da una trombosi e decide di spo- sare Gertrud Bock, sua modella dal 1910. La coppia si trasferisce a Gros- sjena, nei pressi di Naumburg, dove l’artista muore l’anno successivo. A.C.
Bibliografia
Max Klinger. Arte gráfico, catalogo della mostra, Ayuntamiento de Ma- drid, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid 1996; Max Klinger. Auf der Suche nach dem neuen Menschen, catalogo della mostra, See- mann, Leipzig 2007.
Käthe Kollwitz
(Königsberg 1867 - Moritzburg 1945)
Käthe Schmidt Kollwitz nasce a Kö- nigsberg, all’epoca città dell’impero prussiano, nel luglio 1867. È la quinta figlia di Katharina e Karl Schmidt, che aveva abbandonato la carriera giuridi- ca a causa della sua appartenenza a una congregazione religiosa. Lo sviluppo personale e artistico della Kollwitz non risulta facile, giacché si scontra fron- talmente con l’imperante sciovinismo del tempo. L’atmosfera familiare, assai colta, le darà la forza di sconfiggere il pregiudizio. Grazie al padre inizia la propria formazione artistica a König- sberg sotto la guida del pittore Gustav Naujok e dell’incisore Rudolf Mauer. A Monaco resta affascinata da Rubens e studia con Karl Stauffer-Bern nella Scuola d’arte femminile di Berlino, un ambiente in cui è tangibile una grande ammirazione per il naturalismo e l’im- pegno sociale di Max Klinger. Nuova- mente a Königsberg prende lezioni da Emil Nolde, in seguito ritorna per qual- che tempo a Monaco e, a ventiquattro anni, sposa Karl Kollwitz, un medico dalla profonda coscienza sociale che apre un consultorio a nord di Berlino. È lì che Käthe entra in diretto contatto con il mondo degli operai tedeschi e si consolidano i suoi già forti ideali. La sua conoscenza della realtà operaia pas- sa dalla teoria (la lettura dei grandi scrittori naturalisti che l’hanno in- fluenzata: Ibsen, Zola, Gorkij e Tolstoj) alla pratica. Nasce il suo primo figlio. Nel 1893, dopo aver assistito alla pri-
ma dell’opera di Gerhart Hauptmann I tessitori, la Kollwitz crea il suo primo ciclo grafico: Ein Weberaufstand, una serie di sei incisioni che riscuote un grande successo. A partire da allora, le sue opere vengono incluse nelle esposi- zioni d’arte contemporanea di Berlino, dove lavora come insegnante di disegno e incisione presso l’Accademia femmi- nile, e nel 1899 partecipa alla prima mostra della Secessione berlinese, alla quale resta legata fino al 1913. Ispira- ta da un’opera di Wilhelm Zimmer- mann, inizia nel 1902 il suo secondo ci- clo di incisioni, le sette acqueforti del- la Bauernkrieg che concluderà intorno al 1908. Nel frattempo perfeziona la sua conoscenza della scultura prima a Parigi, presso l’Académie Julian e nel- l’atelier di Auguste Rodin, poi a Firen- ze – grazie a una borsa di studio asse- gnatale da Max Klinger – e infine a Ro- ma. Tra il 1908 e il 1910 pubblica una serie di quattordici disegni sulla rivista satirica “Simplicissimus”. Nel corso del- la prima guerra mondiale il figlio Peter si arruola volontario e cade nelle Fian- dre. Come la maggior parte dei giova- ni impegnati della sua generazione Kol- lwitz ripone le proprie speranze nei cambiamenti sociali derivanti dalla ri- voluzione russa. Sono in tanti coloro che aderiscono al Partito comunista o hanno simpatie per la causa socialista, lei non lo farà mai semplicemente per- ché, come spiega, si considera “evolu- zionaria”, non rivoluzionaria. Tra il 1922 e il 1923 crea il suo terzo e più personale ciclo, Krieg, sette xilografie ispirate alla sofferenza e alla carestia causate dal conflitto in Europa. Anche se la sua opposizione alla guerra le fa perdere popolarità, nel 1919 diviene membro dell’Accademia Prussiana del- le Arti e conserva la carica fino all’a- scesa al potere del Partito nazista. Sem- pre negli anni venti crea una serie di opere grafiche e manifesti per varie or- ganizzazioni pacifiste che lavorano per evitare un nuovo conflitto; collabora inoltre con il Partito comunista a una campagna per la legalizzazione dell’a- borto. I suoi lavori, pubblicati su rivi- ste e altri mezzi di comunicazione po- polare o esposti nei grandi magazzini, le consentono di raggiungere le masse. Accetta l’incarico di scolpire un monu- mento dedicato a tutte le vittime della guerra – a prescindere da quale parte abbiano combattuto – e lo porta a ter- mine nel 1932: l’opera si intitola Trauernden Elten. Lo stesso anno sot- toscrive un manifesto che invita comu- nisti e socialdemocratici a presentarsi uniti alle imminenti elezioni; tra i fir- matari del documento figurano Albert Einstein, Heinrich Mann e Arnold
Zweig. Nel 1933 ripete lo stesso ap- pello, questa volta sconfortata dinanzi al funesto avvenire che indovina per la Germania, e inizia il suo ultimo gran- de ciclo, Tod, otto litografie che rap- presentano altrettante conversazioni con la morte. Nel 1936 le autorità na- ziste le vietano di partecipare a qual- siasi esposizione, annullando alla vigi- lia dell’inaugurazione un’importante mostra della sua opera presso l’Acca- demia di Berlino. Nel 1940 muore il marito Karl e due anni dopo il nipote Peter cade sul fronte russo. Viene eva- cuata dalla capitale tedesca e muore nel 1945 nella città di Moritzburg all’età di settantotto anni senza riuscire a ve- dere la fine della guerra.
S.L.
Bibliografia
F. Weigend, U.M. Schneede, Käthe Kollwitz: Gráficas, Plástica, Instituto para Relaciones Exteriores Culturales, Stuttgart 1985; Schirmer, A. von Dem Knesebeck et al., Käthe Kollwitz: Das Bild der Frau, catalogo della mostra, Kunsthalle, Bielefeld 1999.
Willem de Kooning
(Rotterdam 1904 - New York 1997) Willem de Kooning nasce a Rotterdam, in Olanda, nel 1904. I genitori divor- ziano quando ha solo cinque anni. Tra il 1917 e il 1921 frequenta i corsi se- rali dell’Accademia di Belle Arti men- tre lavora come apprendista in un ate- lier di artisti e decoratori. Nel 1926 emigra negli Stati Uniti. A New York entra in contatto con i maggiori artisti del momento, Stuart Davis, David Smith e Arshile Gorky. Insieme a Pol- lock, De Kooning costituirà la spina dorsale della cosiddetta Scuola di New York che, a metà degli anni cinquanta, sottrarrà a Parigi il primato della mo- dernità e farà dell’espressionismo astratto la tendenza dominante dell’arte d’avanguardia. Nel 1934 [1935] ade- risce all’Artist Union e al WPA Federal Art Project, un programma che coin- volge quasi tutti gli espressionisti astrat- ti, come Jackson Pollock e Philip Gu- ston. A seguito del crack economico del 1929, il WPA offre ai pittori l’oppor- tunità di lavorare per lo Stato: de Koo- ning viene subito espulso dal progetto in quanto non statunitense [governati- vo creato nello stesso anno dal presi- dente Roosevelt – nell’ambito dei prov- vedimenti promossi per contrastare la crisi economica della Grande Depres- sione – con l’obiettivo di offrire agli ar- tisti la possibilità di lavorare per lo sta- to creando opere per edifici pubblici; vi partecipano quasi tutti gli espressio- nisti astratti, come Jackson Pollock e
Philip Guston. Tuttavia De Kooning, in quanto cittadino straniero, viene estromesso dal progetto nel 1937]. In quegli anni è influenzato dai dipinti di Miró, de Chirico e Giacometti. Le tele della metà degli anni trenta sono per lo più di carattere figurativo e incentrate sul corpo, soprattutto quello femmini- le. Nel 1938 inizia la celebre serie inti- tolata Women creando figure femmi- nili dalle caratteristiche talvolta demo- niache e violente che rimandano ai Cor- ps de dame di Dubuffet. In questo pe- riodo conosce il critico Harold Rosen- berg e i pittori Franz Kline e Barnett Newman. Nel 1942 John Graham, im- portante artista e intellettuale, nonché uno dei maggiori sostenitori della nuo- va arte nordamericana in gestazione, include un suo dipinto nella mostra in- titolata “French and American Pain- ters”, in cui vengono esposte, tra le al- tre, opere di Picasso, Matisse, Lee Kra- sner e Jackson Pollock. Intorno al 1944 la critica cerca di raggruppare i pittori newyorkesi sotto il comune denomi- natore di “espressionismo astratto”, ma gli interessati non sembrano dispo- sti a riconoscersi come un gruppo omo- geneo. A questo proposito è rimasta ce- lebre la frase di De Kooning: “It is di- sastrous to name ourselves” (Reading Abstract Expressionism, 2005, p. 197). Willem de Kooning è noto come espo- nente dell’espressionismo astratto ge- stuale insieme a Franz Kline e Jackson Pollock, ma è anche, insieme a Robert Motherwell, uno dei pittori americani dai tratti più spiccatamente europei. Nel 1947 De Kooning inizia la secon- da serie di dipinti incentrati sulle don- ne, un tema su cui ritornerà per tutta la carriera; l’autore sembra partecipa- re della fisicità della pittura (che a vol- te mescola con il collage, pezzi di car- ta incollati e ritagli di riviste) con il pro- prio corpo, tanto da porsi a non più di un metro e mezzo di distanza dalla te- la. È questa fisicità, se non addirittura materialità, mai totalmente avulsa dal- la figurazione, a collegare l’espressio- nismo astratto ai rappresentanti più materici dell’informale europeo. Nel 1950 partecipa alla Biennale di Vene- zia e viene acclamato come uno dei maggiori esponenti, insieme a Pollock, della nuova pittura nordamericana. Nel 1962 gli viene concessa la cittadinanza statunitense, un anno dopo acquista una casa nell’East Hampton e vi si tra- sferisce pressoché stabilmente. Intorno al 1969, a Roma, inizia a fare pratica con la scultura. Negli anni ottanta gli viene diagnosticata una grave malattia, probabilmente il morbo di Alzheimer; muore il 19 marzo 1997.
L.B.Ch.
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