Page 310 - Goya y el mundo moderno
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Bibliografia
T.B. Hess, Willem de Kooning, Mo- MA, New York 1968; H. Landau, Reading Abstract Expressionism, Con- text and Critique, Yale University Press, 2005; S. Yard, Willem de Koo- ning, Obras. Escritos. Entrevistas, Polí- grafa, Barcelona 2007.
Alfred Kubin
(Leitmeritz 1877 - Zwickledt 1959) Di padre agrimensore e madre piani- sta, Alfred Leopold Isidor Kubin nasce a Leitmeritz, nella Boemia del nord, il 10 aprile 1877. Deve ben presto far fronte alla morte prematura della ma- dre, un evento che lascerà tracce profonde nella sua opera. Dopo diver- si tentativi falliti di terminare gli studi secondari, lascia la scuola e si reca a Klagenfurt nel 1892 per studiare foto- grafia con lo zio. Questi anni sono ca- ratterizzati dalle uscite notturne, dai continui conflitti con i colleghi e da una crescente sofferenza che nel 1896 sfo- cia in una crisi: Alfred tenta di suici- darsi senza successo davanti alla tom- ba della madre. Si arruola allora vo- lontario nell’esercito, ma le continue crisi nervose lo obbligano a congedar- si e, nel 1898, si trasferisce a Monaco per studiare nella locale Accademia di Belle Arti. Non terminerà mai gli stu- di. Una serie di incisioni di Max Klin- ger, Parafrasi sul ritrovamento di un guanto, gli spalanca la porta di un ter- ritorio inesplorato, “colmo di visioni in bianco e nero”, di incubi e di ele- menti fantastici che determineranno la sua febbrile attività creativa negli anni successivi e diverranno caratteristici del mondo “kubiniano”. Alla fine del se- colo Kubin sviluppa la tecnica del di- segno a penna e della gouache; la sua marcata violenza, sia tematica sia for- male, suscita enorme attenzione da par- te del pubblico. Negli stessi anni col- labora con la rivista satirica “Simpli- cissimus” ed è un assiduo frequenta- tore di circoli in cui conosce gli artisti e gli scrittori più importanti del tempo (Klee, Kafka, Marc, Kandinskij ecc). Nel 1903 Hans von Weber pubblica la sua prima cartella di disegni e diviene il suo mecenate. Alcune di queste ope- re, come Der Krieg, anticipano l’at- mosfera di devastazione e morte po- steriore alla prima guerra mondiale e fanno sì che Kubin venga considerato da molti (Ernst Jünger tra gli altri) co- me un visionario. Il “Wiener Abend Post” lo descrive come “il Goya au- striaco del Novecento”. Nel 1906 si ri- tira con la moglie a Zwickledt dove ri- marrà fino alla morte. Lì, lontano dal- le avanguardie, ma senza perdere con- tatto con esse, produce opere che sono
in molti casi il risultato di una riela- borazione molto personale di motivi fin de siècle: niente sfugge alla violen- za, alla distruzione e alla morte. Nel 1909, dopo un viaggio in Italia, scrive il suo unico romanzo, Die andere Sei- te. Ein phantastischer Roman, in un momento in cui “non gli è possibile esprimere il proprio mondo in imma- gini”. Questo romanzo non è solo l’in- cursione di un disegnatore nel mondo della letteratura, ma anche e soprat- tutto il punto di svolta intorno al qua- le si articola tutta la sua opera. Il vo- lume contiene cinquantadue disegni dell’artista, i primi della sua carriera di illustratore di opere letterarie. Kubin realizzerà oltre duemila illustrazioni per autori di tutti i tempi, dedicando una particolare attenzione a E.T.A. Hoffmann ed Edgar Allan Poe. Tra le prime mostre cui partecipa figurano le collettive organizzate dai gruppi Pha- lanx (1904) e Der Blaue Reiter (1911) e quella della Nuova secessione di Mo- naco (1914). Negli anni venti è ormai un artista di fama e riceve numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali la Medaglia nazionale d’Austria (1921). In occasione dei suoi cinquant’anni la Neue Pinakothek di Monaco gli dedi- ca un’esposizione antologica. Nono- stante la dichiarata “apoliticità”, l’at- teggiamento dell’artista nei confronti del nazionalsocialismo è ambivalente: da un lato vengono vietate le sue illu- strazioni per la Bibbia, dall’altro non smette mai di esporre e di ottenere ri- conoscimenti. Al termine della secon- da guerra mondiale, nel suo ritiro di Zwickledt, l’artista realizza uno dei mi- gliori lavori come illustratore: la sua personale lettura in immagini dei poe- mi in prosa di Trakl, Offenbarung und Untergang [Rivelazione e tramonto]. Negli ultimi anni di vita si dedica so- prattutto a temi legati all’ambiente che lo circonda: i boschi bavaresi, le tradi- zioni e la cultura popolare, e sembra allontanarsi dalla brutalità delle prime opere. Non è proprio così. Nei suoi di- segni fa sempre capolino uno sguardo interiore, più ironico mano a mano che l’autore si avvicina alla fine, e non manca mai quell’“altra parte” che già appariva nel suo romanzo e nei dise- gni precedenti. Alfred Kubin muore a Zwickledt il 20 agosto 1959 e viene se- polto nel cimitero di Wernstein. La sua eredità artistica è divisa in parti ugua- li tra la Staatliche Sammlung Alberti- na (Vienna) e l’Oberösterreichisches Landesmuseum (Linz).
S.B.Ch
Bibliografia
P. Assmann (a cura di), Das Kubin
Projekt 1995: I, Das Kubin Projekt 1995. Alfred Kubin 1877-1959; II, Ku- bin-Berührungen; III, Magische Na- chtgesichte. Alfred Kubin und die phantastische Literatur seiner Zeit; IV, Fiktion – Non-Fiktion, Weltanschau- ungen zwischen Vorstellung und Rea- lität; V, Alfred Kubin Kunstbeziehun- gen; VI, Die andere Seite der Wirkli- chkeit, Residenz Verlag, OÖ Lande- sgalerie, Wien 1995; Alfred Kubin. Souvenirs d’un pays à moitié oublié, catalogo della mostra, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris 2007.
Eugenio Lucas Velázquez
(Madrid 1817-1870)
Eugenio Lucas Velázquez nasce a Ma- drid il 9 febbraio 1817. Nonostante gli studi di Jeaninne Baticle, José Manuel Arnáiz ed Enrique Pardo Canalis ab- biano dissipato vari dubbi e corretto alcuni errori, restano ancora numero- se incertezze circa la biografia di que- sto artista, soprattutto riguardo agli anni giovanili e alla formazione. A lun- go è stato considerato un semplice co- pista di Velázquez e soprattutto di Goya: le somiglianze tra Lucas e il mae- stro aragonese hanno addirittura crea- to alcuni problemi di attribuzione. Ma la sua fama di mero imitatore è ingiu- sta. Certo l’opera di Goya ha avuto un’influenza determinante sul suo per- corso, ma si tratta della stessa influen- za che ha guidato le scelte tematiche, tecniche e stilistiche di un’altra venti- na di pittori assai meno sottovalutati. Probabilmente inizia gli studi ad Alcalá de Henares ed è possibile che li prose- gua presso la Scuola di Belle Arti di San Fernando. È tuttavia evidente che la presunta formazione accademica non lo segna quanto le visite al Museo del Prado. Gli inizi della sua carriera di pit- tore restano avvolti nel mistero, ma co- me dimostra il certificato di matrimo- nio del 1844 in cui si dichiara ebani- sta, la sua vocazione deve essere piut- tosto tardiva. Questo spiegherebbe la scarsità di opere sue antecedenti a quel- le presentate alla mostra dell’Accade- mia del 1841. Negli anni quaranta del- l’Ottocento partecipa a varie altre espo- sizioni ufficiali e nel 1844 (in occasio- ne del suo primo ipotetico viaggio a Pa- rigi) sposa Martina Hernández – già madre di quattro figli del pittore – dal- la quale si separa nel 1853 probabil- mente a causa di una relazione extra- coniugale con la pittrice Francisca Vil- laamil, erroneamente considerata so- rella di Genaro Pérez Villaamil. Anche dalla nuova unione nascono quattro fi- gli, tra i quali il pittore Eugenio Lucas Villaamil, il cui lavoro genera ulterio-
ri problemi di attribuzione. La perso- nalità di Eugenio Lucas si sposa per- fettamente con lo spirito romantico e bohémien dell’epoca. Dipinge diverse scene allegoriche dal significato rivo- luzionario e nel 1843 si arruola nella Milizia nazionale; giunge al grado di tenente di artiglieria e viene nominato portabandiera del corpo. Nel 1849 il re consorte, Francisco de Asís, diviene il suo mecenate e dal 1850 in poi ini- zia la serie dei suoi successi. Gli ven- gono assegnati incarichi di rilievo, co- me la decorazione del soffitto del Tea- tro Real; nel 1851 diviene pittore di corte e due anni più tardi – in segno di gratitudine per il suo ritratto di Pedro de Valdivia donato dal governo spa- gnolo a quello cileno – viene nomina- to cavaliere del reale e distinto Ordine di Carlo III. La sua fama internazio- nale è il risultato della sua partecipa- zione all’Esposizione di Parigi del 1855 con Plaza partida [tradurre in italia- no?] ed Episodio della rivoluzione di luglio del 1854. Nello stesso anno si occupa della valutazione delle Pitture nere di Goya e lavora per la corte. Pur in mancanza di prove documentali, i suoi biografi considerano possibile un viaggio del pittore in Marocco intorno al 1859, sulla base di opere di Lucas ispirate a quel paese. Muore l’11 set- tembre 1870, a cinquantatré anni d’età. La sua attività creativa è dunque con- centrata in un breve lasso di tempo, nel periodo di transizione tra romantici- smo e naturalismo, ed è caratteristica del cosiddetto costumbrismo de veta brava (del filone più ardito), una ten- denza artistica prettamente spagnola che prendendo a esempio la visione cri- tica di Goya offre un’interpretazione grottesca della situazione nel paese. Nonostante la sua figura spicchi nel pa- norama del romanticismo spagnolo, Eugenio Lucas è rimasto a lungo in ombra. Solo al principio del Novecen- to la critica ha iniziato a sottolinearne il valore e sono state organizzate le pri- me mostre dedicate alla sua opera; tra le più significative: “Antecedentes, coincidencias e influencias del arte de Goya” (Madrid, 1932) ed “Eugenio Lucas et les satellites de Goya” (Ca- stres e Lille, 1972).
V.M.
Bibliografia
Eugenio Lucas Velázquez (1817- 1870), dibujos y pinturas de un visio- nario, catalogo della mostra, Artur Ra- mon Colleccionisme, Jorge Juan Ga- lería de Arte, Barcelona-Madrid 2002; A. Ginger, Painting and the Turn to Cultural Modernity in Spain: The Ti- me of Eugenio Lucas Velázquez (1850-
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