Page 146 - Goya y el mundo moderno
P. 146

 152
deva uno di quegli “angeli” se ne è servito per crea- re una teoria della storia. Non oseremo tanto con la fanciulla di Goya, ma non nasconderemo le sugge- stioni che ci procura: mentre l’angelo di Klee – l’an- gelo della storia nell’interpretazione di Walter Benja- min – guarda all’indietro mentre vola verso il futu- ro, non ha alcun potere sull’aria che lo sostiene e ciò che contempla sono solo le rovine del passato, la gio- vane donna di Goya ci vola incontro, pare aver sol- levato la benda che le copriva gli occhi e ci guarda con serenità, sorridendo.
Strega che vola su una corda, se la nostra inter- pretazione è corretta, compie un sostanziale passo in avanti rispetto a tutto quanto realizzato fino ad al- lora: non vi si delinea solo l’aspetto grottesco di un mondo statico, ma anche il lato grottesco della sto- ria. Il sarcasmo di questa giovane donna è suscitato dall’ottimismo, dalla fiducia nel progresso e nella ra- zionalità. Non che non si debba averne ma, di qui il sarcasmo, bisogna conservare vivo il dubbio di sba- gliarsi: è necessario non contare su valori assoluti, data l’ombra proiettata da così tanta luce illumini- sta, moderna e razionale, quando viene diretta su og- getti concreti, sulla realtà materiale; quella che Goya aveva vissuto a Madrid durante l’epoca fernandina, poi durante il Triennio Liberale e, infine, a Bordeaux. Il fallimento del liberalismo spagnolo e la repressio- ne assolutista furono per Goya l’equivalente delle vi- cende storiche che condussero Benjamin a redigere le sue Tesi di filosofia della storia. Benjamin non riuscì ad arrivare in Spagna, si fermò a Port Bou, Goya in- vece poté raggiungere Bordeaux: due percorsi con- trari, ma dal senso identico, la fuga.
3. Sul decadentismo. Il mondo della notte
Il mondo della notte irrompe nell’ambito goyano e supera ampiamente i limiti del costumbrismo. Dela- croix e Baudelaire conoscevano i Capricci di Goya, molti pittori di fine secolo restarono impressionati da queste incisioni. Adesso se ne aggiungevano al- tre, quelle dei Disparates, pubblicate per la prima volta nel 1864, molti anni dopo la morte dell’arti- sta. La contemplazione dei Disparates estremizza quella dei Capricci.
Parlando della propria collezione di dipinti, nel celeberrimo quinto capitolo di À rebours, Des Es- seintes cita i Disparates goyani che chiama, come era abituale all’epoca, Proverbi7. Il rapporto del deca- dentismo di Huysmans, e del decadentismo in gene-
rale, con l’opera di Goya è, tuttavia, problematico. Non siamo sicuri che le stampe dei Disparates ri- spondano ai modelli di piacevolezza che il roman- ziere propone all’inizio del capitolo: “Per pascer[e] occhi ed anima, aveva voluto delle opere suggestive, che lo trasportassero in un mondo sconosciuto, gli aprissero nuove prospettive, gli squassassero i nervi con incubi complicati, con dotte isterie, con spetta- coli gelidi e atroci”8. Naturalmente il preziosismo re- torico di Moreau che tanta delizia procura a Des Es- seintes ha davvero poco a che fare con l’artista ara- gonese.
Mario Praz si è addentrato nell’analisi della de- scrizione di due opere di Moreau fatta da Des Es- seintes. Nonostante la sua minuziosità Praz non sem- bra avere particolare simpatia per i giudizi del per- sonaggio creato da Huysmans. Fin dal principio com- para Moreau con Delacroix: questo è un pittore, quello solo un decoratore. L’esotismo lussurioso e cruento che è materia di entrambi, Delacroix lo vi- ve dall’interno, Moreau lo adora dal di fuori; è espressione del “decadentismo con la sua sterile con- templazione”9. Siamo davvero lontani da Goya.
Sadismo, blasfemia, colpa sono alcuni dei trat- ti caratteristici del decadentismo. Messe nere, sab- ba, violenza, tra i motivi consustanziali al suo svi- luppo. Ricordano alcuni dei temi rappresentati da Goya in stampe e dipinti. Ci sono sabba e messe ne- re nei Capricci, il mostruoso e il fantastico sono pre- senti nei disegni e nelle incisioni dei Disparates e, an- che se l’osceno non era molto apprezzato dal mae- stro aragonese, non sono rare le immagini di questo genere nei suoi disegni (e nei suoi cartoni per arazzi se si accetta l’interpretazione di J. Tomlinson)10. Pos- sono essere interpretate come manifestazioni di sa- dismo le scene di cannibalismo conservate presso il museo di Besançon (cat. XX), ma nonostante la lo- ro violenza non crediamo che una tale definizione sia del tutto appropriata. Va detto che il mondo del- la notte caratteristico del decadentismo è, dopo Cal- lot, Magnasco e Piranesi, il mondo più personale di Goya. Il decadentismo non è tuttavia erede del pit- tore spagnolo. La questione è un po’ più complessa e si chiarisce solo se si evitano le generalizzazioni.
Va subito chiarito che se Huysmans, Redon, Ro- ps e Moreau sono esempi significativi del decaden- tismo, non sono tuttavia gli unici, né annullano con la loro esistenza una eterogeneità che resiste all’o- mogeneizzazione. Un artista come Max Klinger è un

























































































   144   145   146   147   148