Page 151 - Goya y el mundo moderno
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  20. Félicien Rops
La merlettaia, 1876
Madrid, collezione Juan San Nicolás
21. Félicien Rops
Mors syphilitica, s.s. Madrid, collezione Juan San Nicolás
  XX), Picasso ha fatto della donna una figura-ma- schera di natura totemica (cat. XX), mentre Ensor predilige un mondo circense, triste e comico allo stes- so tempo: ricorda in buona misura, anche se con cro- matismo e tematica differenti, la processione goya- na del Pellegrinaggio a San Isidro (1820-1824, Ma- drid, Museo Nacional del Prado), una delle più sug- gestive Pitture nere. Solana ha convertito le maschere in un inventario di figure che mette insieme streghe, animali, giovani e morti, un mercatino con cui dà al- la luce il nostro mondo (cat. XX).
Il grottesco è un territorio della modernità che Goya ha plasmato e tanti altri hanno esplorato. Sen- za seguire il suo stesso cammino – non si pensi, ri- badiamolo ancora, a percorsi lineari e diretti –, i sen- tieri si intersecano e si sovrappongono dando consi- stenza al territorio. Credo che a Goya sarebbero pia- ciuti i giudici dipinti da Rouault nei primi anni del secolo e i pagliacci di poco successivi. I volti dei Les Juges (1908, Copenaghen, Statens Museum for Kun- st) e quelli di Circus Trio (1924, Washington, D.C., The Phillips Collection; cat. XX) – c’è davvero dif- ferenza tra giudici e clown? – sono maschere mo- struose che preannunciano il suo Grotesque (1927, Berna, collezione Hadorn; fig. 24), tra gli uni e gli altri sono trascorsi pochi anni e l’iconografia si è ar-
ricchita: accanto ai giudici, ai coniugi e alle prosti- tute, ai clown e agli operai figura anche il suo auto- ritratto, assai vicino all’Apprenti ouvrier (1925, Pa- rigi, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris). In tutti i casi si tratta di maschere, maschere che rive- lano verità. Forse nel 1927 aveva perso fiducia nel- la frusta, per cui dipinse i giudici e si rifugiò nella re- ligione. Il suo Miserere (1922-1923) non è grotte- sco.
Negli anni in cui Rouault dipingeva giudici e pro- stitute, un artista più giovane, indeciso tra la musica e la pittura, creava una serie di incisioni che rivelano una certa influenza goyesca. Klee aveva conosciuto in gioventù le opere del pittore spagnolo e realizzò al- cune incisioni che gli sono affini, anche se il dialogo si stabilisce, una volta ancora, a vari livelli: con Goya ma anche con il decadentismo fin de siècle, che qui acquisisce un’aria completamente differente (ma non è assente), e infine con la musica. Si percepisce chia- ramente nella Jungfrau im Baum (1903, New York, The Museum of Modern Art; fig. 25) [catalogo Sara- gozza, p. 231], che ricorda il Disparate ridicolo; Weib um Tier I (1904, Berna, Zentrum Paul Klee; fig. 26) [catalogo Saragozza, p. 240] fa pensare anche agli spa- zi di Klinger e alle figure di Kubin.
Nei suoi diari Klee annota di aver visto le inci-
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