Page 138 - Goya y el mundo moderno
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1. Francisco de Goya y Lucientes
Disparate furioso, Disparate n. 6, 1816-1819 circa
Madrid, Biblioteca Nacional
2. Francisco de Goya y Lucientes
Disparate matrimoniale, Disparate n. 7, 1816-1819 circa Madrid, Biblioteca Nacional
do moderno, le incisioni di Goya costituiscono il pre- ludio più consistente di tale rivelazione.
Nei primi anni dell’Ottocento l’artista aragone- se ha fissato le coordinate dell’incubo – molti, al ri- paro del progresso e del consumismo, non hanno vo- luto vederlo – che da sempre accompagna il mondo moderno (fig. 3). Non era la prima volta che il so- gno plasmava la cultura: nel barocco il sogno era stato signore e padrone, ma con Goya ha assunto una fisionomia del tutto differente. I sogni di Que- vedo si dissolvevano nella pittura di Velázquez e Ri- bera; i protagonisti della pittura barocca non ave- vano incubi, sognavano miti, idilli, monumentalità e potere, o non sognavano niente, immersi com’era- no nel dramma del martirio e della repressione reli- giosa, il sogno del martirio che diveniva reale.
Non esiste trascendenza nello sproposito goya- no. Il mondo della notte si è impadronito dell’uni- verso e tutte le figure gli appartengono. Non esiste alcun sogno mitologico, solo contiguità. La follia è un sogno, ma è reale: sono reali la violenza e la pau- ra, lo spavento che ci fa scappare, il gioco brutale delle figure chiuse nei sacchi e quello di chi stringe la coperta e scaraventa per aria chi vi è steso, la fe- rocia di chi manovra la picca, la pioggia di tori, le scene circensi e carnevalesche; non sono avvenimenti di un altro mondo, appartengono a questo. Sono pri- vi di valore assoluto, non consentono alcun tipo di religione o rito, ma solo la loro parodia, non costi- tuiscono un mito nuovo, moderno, come quello de- siderato da Schlegel, sono l’immagine di ciò che ci è più prossimo. È difficile “fare letteratura” con que- sti incubi. La notte si è sempre prestata all’evasione, alla fantasia, ma Goya ha creato una nuova, para- dossale, forma di fantasia: i giochi dell’immagina- zione ci incatenano alla realtà e i suoi incubi sono i nostri. La follia notturna si convertirà in uno dei trat- ti caratteristici della cultura europea. Follia e grot- tesco si confondono in luoghi e figure, azioni e pen- sieri.
A volte lo sproposito sorge dall’interpretazione del tema: il frate laico che pattina (cat. XX) si con- verte in una figura folle, grottesca, com’è grottesco il monaco esclaustrato (cat. XX). Altre volte la me- tafora è il mezzo che consente il sarcasmo: Dice di averli dalla nascita e passa la vita con loro (cat. XX), l’infedeltà ha trasformato il personaggio in una be- stia; Disprezza tutto (cat. XX) è un’allegoria dell’i- gnoranza pretenziosa, mentre Gran disparate (cat.
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