Page 315 - Goya y el mundo moderno
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in un’unica serie intitolata Miserere, composta da cinquantotto stampe. Tra i suoi lavori come illustratore risalta- no le incisioni realizzate per testi di cui è autore egli stesso: Ricordi intimi (1926), Paesaggi leggendari (1929), Il circo della stella cadente (1938), Soli- loqui (1944) e Stella vespertina (1947). A partire dal 1918 Rouault torna alla pittura a olio, dipingendo soprattutto soggetti religiosi come la Passione. La sua arte perde i toni drammatici ma ac- quisisce materialità e varietà cromati- ca. Nel 1924 la Galerie Druet orga- nizza una sua importante retrospetti- va. Nel 1920 disegna le scene e i co- stumi del balletto Il figliol prodigo di Djagilev. Dal 1930 le sue opere ven- gono esposte in molte città straniere: New York, Chicago, Monaco, Londra, Bruxelles e Ginevra. In questo decen- nio Rouault tratta i temi consueti adot- tando però un formato più grande. Nel 1939 pubblica la serie grafica Passio- ne con testi di Suarès. Morto Vollard inizia un contenzioso con i suoi eredi da cui uscirà vittorioso, recuperando i suoi lavori, buona parte dei quali di- struggerà egli stesso per l’impossibilità di completarli in vita. Negli anni qua- ranta torna al piccolo formato, con opere che si riempiono di colori tra cui predominano l’azzurro e il verde. Dal- la fine della seconda guerra mondiale e fino alla morte si susseguono le re- trospettive allestite nei musei di tutto il mondo: è il momento degli omaggi e dei riconoscimenti. Rouault muore a Parigi il 13 febbraio 1958.
A.C.
Bibliografia
Rouault, catalogo della mostra, Fun- dació Caixa Catalunya, Taller Edito- rial Mateu, Barcelona 2004; Georges Rouault. “Forme, couleur, harmonie”, catalogo della mostra, Éditions des Musées de la Ville de Strasbourg, Stra- sbourg 2006.
Antonio Saura
(Huesca 1930 - Cuenca 1998) Antonio Saura nasce a Huesca il 22 set- tembre 1930. Durante la guerra civile spagnola vive con la famiglia tra Ma- drid, Valenza e Barcellona. Nel 1947 si ammala di tubercolosi ed è costret- to a passare cinque anni in una condi- zione di riposo assoluto; occupa il suo tempo dipingendo e scrivendo. Le pri- me opere di carattere sperimentale e onirico risentono dell’influenza di Tan- guy e Miró, come dimostrano le Con- stelaciónes. Nel 1950 espone per la pri- ma volta nella libreria Libros di Sara- gozza; l’anno dopo un’altra personale viene allestita nella libreria Buchholz
di Madrid. Nel 1954 si trasferisce a Pa- rigi, dove lavora per un certo periodo di tempo con il gruppo surrealista; la sua pittura assume toni sempre più espressionisti. Inizia a lavorare con la struttura del corpo femminile; conosce il critico Michel Tapiè che lo presenta alla Galleria Stadler dove nel 1957 si tiene una collettiva che comprende an- che i suoi lavori. Realizza le prime Cru- cifixiones e i disegni satirici che da- ranno vita ai ritratti con cui sembra vo- ler delineare una storia della Spagna. Nel 1957 fonda a Madrid il gruppo El Paso, di cui farà parte fino allo scio- glimento avvenuto nel 1960. La sua pittura sembra già indirizzata verso l’art autre di cui parla Tapiè, segnata da un informale gestuale di segni ener- gici e da un cromatismo spesso limita- to al grigio, al nero e al bianco, che evoca le Pitture nere, i Capricci e i Di- sparates di Goya. In questo periodo espone in Europa, presso la Galleria Van de Loo di Monaco di Baviera, in- sieme ad Antoni Tàpies (1959), a Do- cumenta 2 di Kassel (1959) e nella Gal- leria Odyssia di Roma (1960). Nel 1961 realizza la prima personale a New York presso la Galerie Pierre Ma- tisse a cui è stato presentato da Joan Miró. A partire dal 1959 si dedica con grande impegno ai lavori su carta, il- lustrando opere come Don Chisciotte di Cervantes, 1984 di George Orwell, i Diari di Kafka e Pinocchio. Nel 1960 inizia a realizzare sculture, composte da elementi di metallo saldati tra loro. Intorno alla metà degli anni sessanta il suo repertorio iconografico è ormai de- finito: donne, folle, crocifissioni, ritratti e autoritratti e le serie su Goya, tra cui quella intitolata Perros de Goya. Fi- gure a volte mostruose e deformi in cui l’elemento aneddotico è ridotto al mi- nimo. Immagini che raccontano la sto- ria della Spagna, in particolare quella franchista fondata sull’imperialismo, la cosiddetta “España negra” dove non esiste consolazione, immagini che ci guardano e ci interrogano. L’artista si rappresenta come un mostro persino negli autoritratti (serie Moi, 1976). L’osservatore si cala nell’opera, noi non siamo il mostro ma potremmo esserlo, perché tutti siamo “l’altro”. Nel 1967 Saura si trasferisce definitivamente a Parigi. Nel 1969 l’editore Gustavo Gi- li pubblica a Barcellona la sua prima monografia importante con testi di Jo- sé Ayllón. Nel 1971 abbandona la pit- tura a olio, a cui ritornerà dopo dieci anni, per dedicarsi esclusivamente alle opere su carta. Dal 1977 iniziano a es- sere pubblicati i suoi primi scritti. Rea- lizza un libro illustrato con dodici ac- queforti intitolato Cámara ardiente.
Partecipa anche a Documenta 6 di Kas- sel. Nel 1979 lo Stedelijk Museum di Amsterdam organizza una grande re- trospettiva che verrà presentata anche a Düsseldorf, Madrid e Barcellona. Un incendio scoppiato nel suo atelier di- strugge parte della sua collezione e dei suoi documenti. Disegna scenografie per il teatro, il balletto e l’opera. Dal 1983 riprende l’attività pittorica. Muo- re a Cuenca il 22 luglio 1998. L.B.Ch.
Bibliografia
V. Bozal, Arte del siglo XX en España, pintura y escultura 1939-1990, Sum- ma Artis, Espasa Calpe, Madrid 1995; A. Saura, Escritura como pintura. So- bre la experiencia pictórica (1950- 1994), Galaxia Gutenberg, Barcelona 2004; E. Guigon, G. Solana, Itinera- rios de Antonio Saura, catalogo della mostra, Museo Nacional Centro de Ar- te Reina Sofía, Madrid 2005.
Chaïm Soutine
(Smilovitchi 1893 - Parigi 1943) Chaïm Soutine nasce a Smilovitchi, in Lituania, nel 1893 in una numerosa e povera famiglia ebrea che si oppone al suo desiderio di diventare un artista. Frequenta corsi di disegno e nel 1910 si trasferisce a Vilnius per studiare al- l’Accademia di Belle Arti. Tre anni do- po raggiunge Parigi, dove visita rego- larmente il Louvre, affascinato da Rembrandt, Courbet, Corot e Chardin. Guarda con interesse anche ad artisti più recenti quali Cézanne, Bonnard e Van Gogh. Per mesi frequenta le lezioni di Cormon all’École des Beaux-Arts e vive a La Ruche, dove si trovano gli atelier di artisti quali Chagall, Léger e Modigliani. Per i primi anni vive in po- vertà svolgendo lavori umili e faticosi che minano la sua salute, causandogli numerosi problemi.
Nel 1914 ottiene un permesso di sog- giorno dalla prefettura del quartiere di Saint-Lambert. Visita spesso i dintor- ni di Parigi, dipingendone i paesaggi. Quando scoppia la prima guerra mon- diale tenta di arruolarsi volontario, ma viene riformato a causa della sua salu- te precaria. Va a vivere a Falguière, do- ve già abita Modigliani, che ha cono- sciuto attraverso Lipchitz e con il qua- le instaura una forte amicizia. La man- canza di mezzi lo obbliga a condivide- re lo studio prima con lo scultore Mie- stchaninoff poi con altri artisti, sia a La Ruche sia nella Cité Falguière. Rea- lizza una serie di nature morte e Mo- digliani lo presenta ad alcuni mercan- ti d’arte, tra cui il polacco Léopold Zborowski per il quale Soutine lavo- rerà per alcuni anni.
Alla ricerca della luce del sud della Francia, nel 1919 Soutine si reca a Cé- ret, dove dipinge soprattutto paesaggi e ritratti. Lì riceve la notizia della mor- te di Modigliani e del suicidio della sua compagna, rimanendone profonda- mente colpito. Vive in solitudine e pra- ticamente in miseria, perché il denaro che gli manda Zborowski gli basta ap- pena per comprare i colori. L’abbon- dante produzione di questo periodo è caratterizzata da toni tormentati e fi- gure deformate. Tornato a Parigi nel 1922, si dedica soprattutto ai ritratti. Il collezionista americano Alfred Bar- nes acquista molte sue tele, assicuran- dogli così la fama e una certa sicurez- za economica. Si trasferisce a Cagnes- sur-Mer, ma la salute ne risente e rie- sce a stento a dipingere. L’intensità di Céret si trasforma in distorsione a Ca- gnes, dove rimane per due anni pur continuando a recarsi a Parigi. Dipin- ge nature morte con carcasse di animali e ritratti, soprattutto di donne.
Nel 1924 Zborowski realizza vendite importanti delle sue opere, ma Souti- ne spende tutto ciò che guadagna. Sul piano personale, si lega a Deborah Melnik da cui ha una figlia. Rifiuta la paternità e le abbandona entrambe. Nel 1925 torna a Parigi, e per la pri- ma volta può permettersi di prendere in affitto un atelier. Visita Amsterdam e rimane affascinato dalla Sposa ebrea di Rembrandt. Nel giugno del 1927 espone per la prima volta nella galle- ria di Henri Bing e l’anno dopo viene pubblicata la prima monografia sulla sua opera. Stringe amicizia con Mar- celin e Madeleine Castaing, che lo in- vitano nella loro tenuta di Lèves e alla morte di Zborowski, avvenuta nel 1932, diventano i suoi mecenati.
Nel 1937 Soutine ottiene una grande popolarità grazie alla partecipazione al Salon des Indépendants, la sua secon- da e ultima mostra. Si stabilisce a vil- la Seurat, vicino a Dalí, Chana Orloff e lo scrittore Henry Miller. È a Civry insieme alla sua nuova compagna Ger- da Groth quando scoppia la seconda guerra mondiale. Di tanto in tanto si reca a Parigi per consultare alcuni spe- cialisti; oltre all’ulcera, gli viene dia- gnosticato un cancro. Lavora quando le crisi glielo consentono e continua a distruggere le sue opere come aveva già fatto spesso in passato. Gli viene proi- bito di lasciare Civry e Gerda viene de- portata in un campo di concentra- mento, da cui uscirà viva. Soutine si re- ca a Parigi, ma deve abbandonare la capitale per sfuggire alla persecuzione nazista. Costretto a nascondersi e a spostarsi da un luogo all’altro, le sue condizioni di salute si aggravano. Ai
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